L'Australia vista dall'Italia - opinioni di aspiranti immigrati: Giacomo

Dopo il diploma "il mio lavoro è stato quello di cercarsi un lavoro". Questo la dice tutta sulle motivazioni che spingono a tentare la carta Australia.

Le parole di Giacomo confermano che il lasciare l'Italia è una scelta portata prima di tutto da fattori esterni quali crisi, che rendono difficile crearsi un qualcosa nel nostro Paese.

Senza dubbio i giovani di oggi hanno voglia di mettersi in gioco se arrivano a prendere in considerazione e poi effettivamente trasferirsi in Australia. 

E' un po' triste che non ci venga neanche data la possibilità di metterci in gioco, di provare a costruirci qualcosa, a meno che non si accettino condizioni che sono del tutto irrispettose verso qualsiasi persona. Lavori sottopagati con contratti a brevissimo termine, ma sopratutto zero possibilità di crescita.

Ma vi lascio alle parole di Giacomo, dalle quali traspare un gran bella voglia di imparare e scoprire cose nuove. Di sicuro non rimarrà scontento da questo punto di vista!

1) Da dove vieni e cosa fai/facevi in Italia?
Io sono un ragazzo di 24 anni, diplomato come ragioniere/programmatore nel 2008 (inizio della crisi), la mia vita lavorativa ha avuto una lenta partenza, dal momento che dall'estate di quell'anno all'inverno, il mio lavoro è stato quello di cercarsi un lavoro

Poi le esperienze lavorative fino al 2010 si sono alternate tra esperienze positive e negative, negative come quella di un operaio in catena, (con tutto il rispetto per chi lo fa). 

Poi dal 2010 fino ad agosto di quest'anno ho lavorato per una finanziaria, il campo in cui lavoravo era il settore leasing auto/nautico, trattando specificatamente riscatto e recupero crediti per le varie società di leasing; questo tipo di lavoro mi ha dato una formazione a 360° "sulla vita d'ufficio" e mi ha messo a conoscenza delle gravi problematiche economiche che esistono qui in Italia. 

2) Perché lasci l'Italia? 
L'idea di provare l'esperienza australiana, è nata quando, stanco della situazione che mi si sarebbe riproposta a scadenza contratto, dover abbassarsi quasi ad umiliarsi nelle ricerche di lavoro per due soldi e zero sicurezze. 

La soluzione è stata appunto decidere di provare a fare un'esperienza che nel bene o nel male, avrebbe poi conseguito sicuramente un arricchimento personale non indifferente, imparare molto bene l'inglese, conoscere mentalità sicuramente diverse e più aperte di quelle del nord est d'Italia.

Posso dire che la scelta è stata portata avanti solamente grazie a delle condizioni personali che si erano create, (scadenza del contratto di lavoro, la mia età, non esser legato affettivamente a qualcuna, e che se dovevo intraprendere questo tipo di viaggio, le parole erano: o ora o mai più). Cosa importante e difficile è stato convincere i miei genitori che andavo dall'altra parte del mondo, c'hanno messo 4 mesi per accogliere l'idea.

3) Cosa pensi che ti mancherà di più dell'Italia?
Cosa mi mancherà di più dell'Italia? Ovviamente le persone che hanno condiviso con me moltissime esperienze...amici, gli stessi genitori che possono darti una mano quando serve o possono aiutarti a far dei ragionamenti per superare dei problemi; poi leggendo alcune informazioni sicuramente la cucina della mamma sarà un trauma abbandonarla.


Però nonostante tutto, quello che mi mancherà darà spazio all'imparare qualcosa di nuovo e questo tipo di esperienza la vedo necessaria per far progredire le mie capacità, quindi ora come ora sono pronto a tutto, cercando di trasmettere solo il meglio della cultura italiana.

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